Qualifica “docente esperto” addio. Resta l’incentivo economico: via libera del Senato all’emendamento del Dl aiuti bis - FormaLab

Qualifica “docente esperto” addio. Resta l’incentivo economico: via libera del Senato all’emendamento del Dl aiuti bis

Nella giornata del 13 Settembre, con un emendamento al decreto Aiuti bis di Agosto che ha ottenuto il via libera delle commissioni Bilancio e finanze dello Stato, la figura del “docente esperto” svanisce. L’idea iniziale prevedeva di fornire 400 euro in più al mese – 5.650 euro  all’anno – a quegli insegnanti di ruolo che avessero superato un percorso formativo di tre anni con valutazione positiva.

Tale figura, ora si chiamerà “stabilmente incentivato” nell’ambito di un sistema di progressione di carriera che a regime sarà precisato in sede di contrattazione collettiva per i docenti di ruolo. Di fatto, la modifica è più nominalistica che sostanziale anche se in diversi punti il Senato ha perorato in maniera più decisiva la sua valutazione:

  • si è introdotta l’idea di istituire una vera e propria escalation di carriera e che si possa aprire ad una possibile “carriera professionale” è stato pronunciato in maniera esplicita;
  • viene eliminato il passaggio secondo cui al docente esperto non spetterebbero “nuove o diverse funzioni oltre a quelle dell’insegnamento” lasciando quindi aperta la strada ad una reale revisione del profilo professionale del docente.

La qualifica di docente esperto sarebbe stata disponibile a partire dall’anno scolastico 2032-2033. Assumere questo ruolo non avrebbe comportato nuove o diverse funzioni oltre a quelle consuete dell’insegnamento. C’era, tuttavia, il vincolo di restare nella stessa scuola a partire dal conseguimento della qualifica per tre anni.

I sindacati non sono mai stati favorevoli alla proposta, in quanto i docenti che avrebbero potuto accedervi sarebbero stati in tutto 8.000 e, al contrario, gli stessi sindacati chiedevano maggiori tutele per tutto il personale docente.

Contraria anche la maggior parte dei partiti: Movimento 5 Stelle, Impegno Civico e Pd. Proprio quest’ultimo ne aveva chiesto l’abolizione.